sabato 8 ottobre 2011

COSA DICONO DI SE I RAVER?

Qui di seguito alcuni passi tratti dal manifesto raver:

"  Il nostro stato emotivo l'estasi. Il nostro nutrimento l'amore. La nostra dipendenza la tecnologia. La nostra religione la musica. La nostra moneta la conoscenza. La nostra politica nessuna. La nostra società un'utopia che sappiamo non sarà mai."

Potete odiarci. Potete ignorarci. Potete non capirci. Potete essere inconsapevoli della nostra esistenza. Possiamo solo sperare che non ci giudichiate, perch noi non vi giudicheremo mai. Non siamo criminali. Non siamo disillusi. Non siamo dipendenti dalla droga. Non siamo dei bambini inconsapevoli. Noi siamo un villaggio tribale, globale, di massa, che non dipende dalla legge fatta dall'uomo, dallo spazio e dal tempo stesso. Noi siamo un'unità. L'unità."

"Continuiamo ad ammassare i nostri corpi nei clubs, nei depositi e negli edifici che voi avete abbandonato e lasciato senza alcuna ragione, e gli riportiamo vita per una notte. Una vita forte, deflagrante, che pulsa, nella sua pi pura, pi intensa, nella pi edonistica forma. In questi spazi improvvisati, noi cerchiamo di liberarci dal peso dell'incertezza di un futuro che voi non siete stati capaci di stabilizzare e assicurarci."

"Il nostro nemico l'ignoranza. La nostra arma l'informazione. Il nostro crimine violare e sfidare qualsiasi legge che voi sentite aver bisogno di utilizzare per porre fine all'atto di celebrare la nostra esistenza."

Tratto da "Manifesto raver", http: //nadir.selva.name/defaultxhtml/qs_Manifesto-Raver/Manifesto+Raver.html

3 commenti:

  1. Non avevo mai letto il manifesto del raver e ne sono rimasta molto affascinata, ma purtroppo ormai si è creato una stigmatizzazione di questo "evento" che lo fa vedere con un occhio negativo... Questo, a mio parere, è causato da persone che non hanno limiti e che causano situazioni che mettono in luce negativa questo evento creando anche così una categoria delle persone che frequenatno questi posti... Ovviamente lo stesso discorso può essere fatto anche per le discoteche ed è un vero peccato rovinare in modo così negativo questi posti in cui la gente si ritrova per interessi comuni...

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  2. Hai colto proprio nel segno Elisabetta...
    io frequento i rave party da quasi dieci anni ormai e mi rattrista molto vedere come le cose siano cambiate nel corso degli anni!!
    Probabilemente come te,in pochissimi sono a conoscenza dell'esistenza di tale manifesto e dell'ideaologia che sta alla base dei rave parties, i quali purtoppo sono diventanti una semplice moda.
    Che i rave parties siano associati all'uso di sostnze è dovuto proprio al fatto che la maggior parte delle persone che vi partecipa li considera come un'occasione per l'abuso sfrenato di sostanze...quanta tristezza!
    Ma mi rattrista ancor di più il fatto che non venga concessa la possibilità di riscattare i rave parties,come già da tempo si sta facendo all'estero,dove si è giunti alla collaborazione con le forze dell'ordine per ganrantire la possibilità di divertirsi nel pieno rispetto della legalità e,prima di tutto,di se stessi!

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  3. Credo che sia più facile giudicare che conoscere. Come sempre la gente generalizza e non si ferma a pensare che ognuno di noi è un individuo a sè e agisce per motivazioni diverse. E questo vale anche per i raver. E' più facile pensare che tutti siano drogati che fermarsi a riflettere e cercare di generalizzare il meno possibile. Spesso ci si ferma alla superficie e ci si limita a pensare che un morto nei rave è morto perchè era un drogato, un tossico piuttosto che interrogarsi sul perchè aveva bisogno di stordirsi, sul perchè portava se stesso a quei livelli di alterazione.

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